"No Labra no Terra", rafforzamento della resilienza all’impatto Covid-19 di agricoltrici comunitarie in Guinea-Bissau
Il progetto "No labra no Terra" si propone di replicare ed ampliare l’esperienza di formazione e produzione comunitaria rappresentata dal precedente progetto Jardim das Mulheres: si tratta di un intervento in ambito agro-zootecnico avviato da COPE nell’area di Bula/Cacheu volto alla promozione di un modello di sviluppo agricolo associazionistico e di empowerment della donna.
Nonostante le misure di contenimento adottate dal governo contro la diffusione del virus Covid-19 durante l’anno 2020, la pandemia non accenna a diminuire. La realizzazione di test è peraltro limitata a causa dello stigma associato alla malattia e dell’impossibilità economica per una famiglia di far fronte a un eventuale quarantena. D’altro canto, le misure adottate hanno avuto un impatto funesto sulla già precaria situazione socio-economica della popolazione e uno dei settori più colpiti è certamente quello agricolo. Tale situazione aggrava il problema della sicurezza alimentare delle famiglie guineane, lasciando la quasi totalità della popolazione senza fonti di reddito. Purtroppo, la scarsità di schemi di protezione sociale e la bassa disponibilità di finanze pubbliche, impediscono al governo di creare una reale rete di sostegno per la popolazione colpita, tra i quali maggiormente sono donne e bambini. La Guinea-Bissau si classifica al secondo posto per livelli di malnutrizione in Africa Occidentale, con il 26% della popolazione colpita.
Lo staff del COPE, presente nel paese da anni, ha condotto uno studio di pre-fattibilità nelle aree rurali del distretto di Bula ed in particolare in quattro villaggi del distretto – Augusto Hoffer, Cabinque, Higat, Pelundo - al fine di identificare le sacche di popolazione soggette ad insicurezza alimentare. Sono state cosi individuate le beneficiarie dirette del progetto: 140 donne dei villaggi succitati nel distretto di Bula, e le loro famiglie, per un totale di 562 persone.
Il progetto, finanziato coi fondi dell'8x1000 IRPEF 2020, è supportato dalla Diocesi di Bissau, e per quanto riguarda l’espletamento delle attività di formazione, i partner locali sono Engim, ONG italiana presente sul territorio guineano da decenni e il centro professionale CIFAP (con sedi in Bissau e Bula) gestito dalla Congregazione dei Giuseppini del Murialdo.
Il progetto ha quindi come scopo il sostegno alle piccole realtà produttrici agricole, attraverso sia l’introduzione di corsi di formazione finalizzati all’accrescimento delle nozioni e delle capacità in ambito agri-orticolo e sia l’introduzione di strategie di sostegno socio-familiare e strumenti innovativi di coltivazione che potenzino la produzione e trasformazione dei prodotti. La popolazione beneficiaria risulterà inoltre sensibilizzata sull’importanza di diversificare la propria dieta e di mangiare i prodotti della propria terra, secondo buone pratiche di igiene comunitaria e domestica che prevengano la diffusione di malattie infettive.
Parole chiave dell'intervento: Formare, migliorare, accrescere e sensibilizzare!
Tale intervento rientra nel programma più ampio che il COPE attua in questo poverissimo paese dell'Africa occidentale che mira a realizzare e potenziare l'imprenditoria femminile in ambito agricolo.
"L’empowerment femminile è un processo in cui le donne prendono il controllo sulle loro vite (...); è la capacità delle donne di organizzarsi individualmente e collettivamente, al fine di creare un migliore accesso alla presa delle decisioni, all’informazione, alle conoscenze, all’educazione, alle risorse economiche, alle opportunità”.