Il CO.P.E. aderisce alla lettera aperta al Presidente della Repubblica di NAGA onlus (Associazione Volontaria di Assistenza Socio-Sanitaria e per i Diritti di Stranieri e Nomadi).

L’ITALIA NON DIVENTI IL PAESE DEI LAGER
Lettera aperta al Presidente della Repubblica

Signor Presidente,
Lo schema di decreto-legge proposto dal Ministero dell’Interno “in materia di rilascio di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario nonché in materia di protezione internazionale, immigrazione e di cittadinanza”, qualora approvato con i contenuti recentemente resi noti dalla stampa delinea un futuro e uno scenario inquietanti per il nostro Paese, ridisegnando i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico e sociale e realizzando un processo di criminalizzazione dell’immigrazione e di istituzionalizzazione del razzismo; intendiamo metterne in rilievo nel seguito alcuni punti particolarmente gravi, che ci hanno indotto a rivolgerLe questo preoccupato ed accorato appello.

Nel merito:

Abolizione della prevalenza della protezione e della presunzione di non colpevolezza.

Secondo la normativa attuale, l’istituto della protezione internazionale prevale su eventuali altri procedimenti in corso, ovvero, in accordo con le convenzioni internazionali, si riconosce la necessità di tutelare in primis le persone da eventuali persecuzioni e gravi rischi per l’incolumità personale rispetto a ogni altro procedimento.

Secondo lo schema di decreto, invece, il richiedente asilo che ha in corso un procedimento penale, quindi ad esempio anche solo un’indagine a seguito di denuncia, si vede sospendere il procedimento, e in attesa della conclusione del processo deve essere rimpatriato, mettendone così a rischio la vita; in caso di assoluzione deve di sua iniziativa ricorrere (rimanendo nel proprio paese) per far riaprire la procedura della richiesta d'asilo: sempre che sia sopravvissuto, s'intende.

Viene cancellata così d’un colpo la presunzione di non colpevolezza prevista dalla nostra Costituzione, e con essa più di duecento anni di civiltà giuridica nonché la sostanza di trattati internazionali frutto di sanguinosi secoli di guerre.

Negazione del principio del diritto universale alla difesa in giudizio.

Secondo la Costituzione, il diritto alla difesa è fondamentale e garantito universalmente anche per chi è sprovvisto di risorse economiche tramite l’istituzione del patrocinio a spese dello Stato.

Secondo lo schema di decreto, invece, se il ricorso sarà considerato “inammissibile o improcedibile” nessuna spesa sarà anticipata ai legali.

Al di là di ogni considerazione in merito allo svilimento della professione legale sotteso alla previsione in questione (che giunge a sfiorare toni offensivi nella Relazione Illustrativa, lì ove si fa riferimento alla funzione di “responsabilizzazione” degli avvocati della previsione medesima), ci pare evidente che tale inopinata novità introduca un inammissibile deterrente al ricorso alla Giustizia, anzi un vero e proprio impedimento allo stesso per chi, anche in ragione della propria situazione di forzata irregolarità, versa per lo più in precarie condizioni economiche.

Occorre inoltre sottolineare che ciò vale per TUTTI i procedimenti civili, contraddicendo la norma costituzionale e configurandosi di fatto come un attacco alla povertà che lede il principio di uguaglianza davanti alla legge: se non puoi permetterti un avvocato, il gratuito patrocinio ti spetta solo per cause vincenti, e in caso di esito dubbio sarà estremamente difficile trovare un difensore.

Cancellazione della uguaglianza giuridica di tutte le cittadine e i cittadini.

Secondo la normativa attuale, in accordo con la Costituzione, è possibile perdere la cittadinanza italiana solo per acquisirne un’altra o in seguito all'assunzione di uffici incompatibili con la fedeltà dovuta da ogni cittadino e cittadina alla Repubblica e alla Costituzione; chiunque in ogni caso può incorrere in potenza in una o entrambe le fattispecie.

Lo schema di decreto crea invece una nuova categoria, quella dei “cittadini stranieri”, la cui partecipazione alla “cittadinanza” è meno tutelante e assoluta perché in fondo anche se cittadini italiani sono destinati a rimanere sempre “stranieri”, e potranno vedersi revocare la cittadinanza italiana (e quindi anche quell'insieme di diritti ed obblighi derivanti dall'appartenenza ad una comunità politica istituzionalizzata) per alcuni gravi reati per i quali non esiste analoga previsione quando si tratti di “veri italiani”.

Indipendentemente dalla gravità dei reati commessi, si tratta di una rottura gravissima del principio di uguaglianza davanti alla legge che implica una concezione etnica dello status di cittadino e cittadina, e ci riconduce direttamente alla tristissima epoca delle leggi razziali, della cui approvazione ricorre proprio in questi giorni l’ottantesimo anniversario.

Proliferazione di centri di detenzione amministrativa “straordinari” ed elusivi.

In Italia la privazione della libertà personale è lecita solo nei casi e modi previsti dalla legge, ed è riservata ai luoghi deputati alla reclusione, soggetti a tutele e controllo democratico.

Com’è noto, nella legislazione italiana è presente un tipo particolare di detenzione che interessa esclusivamente i cittadini stranieri, definita “amministrativa” in quanto non costituisce l’esito di una sanzione conseguente a un reato e che, pertanto, non è disposta al termine di un processo e non richiede una sentenza del giudice, ma pertiene alla giurisdizione amministrativa.

In quanto tale, poiché formalmente non assimilabile all'applicazione di una sanzione detentiva, la detenzione amministrativa è sottratta alle garanzie previste dall'ordinamento penitenziario, e nella sua storia ventennale è stata oggetto di numerosi rapporti che ne hanno comprovato le condizioni degradanti per la dignità umana e lesive dei diritti fondamentali.

Le modalità di trattenimento in detti centri, dei quali i Centri per il Rimpatrio istituiti dalla legge “Minniti-Orlando” nel 2017 rappresentano l’ultima trasformazione, sono valse all'Italia due condanne della Corte Europea per i Diritti Umani, in particolare per la negazione di fatto del diritto alla difesa e per l’assenza di modalità di riparazione certe in caso di errore.

Il presente schema di decreto, oltre a dilatare il termine massimo di permanenza (da 90 a 180 giorni) all'interno dei CPR, prevede in alcuni casi l’applicazione della misura detentiva all'interno di qualsiasi “struttura idonea”: idonea a che cosa? Chi e come ne stabilisce l’idoneità?

La potenziale moltiplicazione incontrollata di questi luoghi di detenzione e la loro conseguente elusività sia geografica che giuridica potrebbero ulteriormente ostacolare l’operato degli organismi di controllo giurisdizionale e far evaporare quelle seppur minime garanzie poste a rispetto della dignità umana dei trattenuti.

Eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari ed esclusione sociale

La normativa vigente prevede che le Commissioni Territoriali e le Questure possano valutare, e di conseguenza disporre, il rilascio di un permesso per motivi umanitari, per la sussistenza di “gravi motivi di carattere umanitario” e di “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.

Nello schema di decreto questa possibilità è semplicemente eliminata; certo si riconosce l'esigenza di individuare e dotare di apposita copertura normativa ipotesi eccezionali di tutela dello straniero, e cioè, come indicato nell’allegata relazione illustrativa, condizioni di salute di eccezionale gravità e situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di origine che impediscono temporaneamente il rientro dello straniero in condizioni di sicurezza, ma tale tutela è riservata a casi la cui eccezionalità è ulteriormente sottolineata dalla previsione del permesso di soggiorno “con finalità premiale per il cittadino straniero che abbia compiuto atti di particolare valore civile".

Si nega così qualunque possibilità di prendere in considerazione la ricchezza e le condizioni di fragilità che ogni singola persona porta con sé: chi oggi ha un permesso per motivi umanitari non potrà rinnovarlo e cadrà nell'irregolarità anche se ha casa e lavoro, e chi avrebbe potuto averlo non lo avrà.

La stampa ha già diffuso i dati relativi all’ultimo trimestre e le proiezioni sugli esiti della politica dell’attuale Ministro dell’Interno, prevedendo un aumento esponenziale degli irregolari presenti sul territorio anziché la loro tante volte promessa diminuzione.

Oltre a rendere evidente la contraddizione tra le finalità proclamate e quelle – squisitamente politiche – effettivamente perseguite, questa ulteriore restrizione delle già estremamente ridotte possibilità di soggiorno regolare non può che produrre una gravissima situazione di emergenza sociale.

Ci limiteremo soltanto ad accennare, in questo contesto, ad altre misure destinate solo ad aggravare la condizione di esclusione sociale delle persone richiedenti asilo - dalla negazione dell’iscrizione anagrafica alla cancellazione delle misure per l’inclusione nella società italiana attraverso l’insegnamento della lingua, la formazione professionale e l’inserimento lavorativo - per sottolineare come l’impianto complessivo dello schema di decreto appaia non solo in contraddizione in più punti con la nostra Costituzione e i principi generali del diritto, ma teso a creare una condizione di grave frattura della solidarietà sociale.

Credere di poter fronteggiare una situazione ormai fisiologica e strutturale con misure e strumenti emergenziali, aumentando l’uso della forza, incrementando il ricorso alla detenzione, promettendo invano l’impossibile rimpatrio di un esercito di più di mezzo milione di esseri umani trattati da nemici pubblici e spinti a una condizione di marginalità estrema, equivarrebbe a precipitare il Paese in una condizione nella quale non stenteremmo a ravvisare i presupposti che, troppo verosimilmente per i nostri valori democratici, darebbero luogo a spaccature che temiamo degenererebbero in situazioni insopportabilmente prossime a quelle di guerra sociale, se non civile.

In conclusione, non Le chiediamo, signor Presidente, di venir meno al ruolo di imparziale arbitro che la Costituzione Le assegna, né di contrastare le politiche messe in atto da un Governo legittimamente costituito, ma al contrario di esercitare le Sue prerogative di garante della stessa Costituzione, dei principi di civiltà ai quali essa è ispirata e della convivenza civile.

Le chiediamo di fare tutto quanto in Suo potere per impedire che un simile provvedimento arrivi ad avere forza di legge: rifiuti di concorrere a intaccare nel profondo la sostanza e la forma di una Costituzione pagata a carissimo prezzo col sangue di milioni di morti massacrati nella seconda guerra mondiale e nella guerra di liberazione partigiana.

Siamo certi che i Padri e le Madri Costituenti e quanti combatterono per la libertà e la democrazia non avrebbero esitazioni nel porre la dignità e l’integrità di ciascun essere umano, quale che siano il colore della sua pelle e il luogo della sua nascita, ben al di sopra di meschini interessi di parte per quanto ammantati da supposte e mai dimostrate esigenze di sicurezza.

Facciamo appello, signor Presidente, alla Sua indiscussa fedeltà alla Costituzione e alla Sua lungimiranza: non firmi il decreto, rifiuti di gettarci tutte e tutti in questo gravissimo pericolo.

Sottoscrivono:
(per adesioni scrivere nei commenti o a naga@naga.it)
Associazione Naga onlus
Adif - Associazioni Diritti e Frontiere
Agenzia Stampa Pressenza
Ambulatorio Medico Popolare
Antenne Migranti di Bolzano
Antigone
ANPI Sez. ATM Milano
Archivio delle memorie migranti
Arcigay
Associazione ADL a Zavidovici ONLUS
Associazione 21 luglio
Associazione Crea
Associazione Culturale Villa Pallavicini
Associazione di Promozione Sociale Todo Cambia
Associazione Dimensioni diverse Onlus
Associazione Energia
felice
Associazione Il giardino degli aromi
Associazione Il grande colibrí - essere LGBT
nel mondo
Associazione Left Lab Genova
Associazione Luca Coscioni per la libertà di
ricerca scientifica
Associazione No Walls
Associazione On the Road Onlus
Associazione Optì Pobà
Associazione Villa Amantea
ASSPI - Associazione per lo Sviluppo del
Sistema di Protezione Internazionale
Borderline Sicilia
Cambio Passo APS-ONLUS
Camera del lavoro metropolitana Milano
Campagna nazionale LasciateCiEntrare
Casa di Betania ONLUS
CGIL Lombardia
CIPSI - Coordinamento di Iniziative Popolari di
Solidarietà Internazionale
Circolo Lato B Milano
Coalizione Civica per Padova
Collettiv* Ambrosia
Comitato per i Diritti Civili delle
Prostitute onlus
Comitato senza Confini
Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi
Desaparecidos
Como senza frontiere
Consorzio Sol.Co Città Aperta
Convergenza delle Culture Milano
Cooperativa Il Pugno Aperto
Cooperativa impresa sociale Ruah
Cooperativa Sociale Ezio

COPE - Cooperazione Paesi Emergenti
COSPE Onlus
Costituzione Beni Comuni
Diem25 Milano
FIOM CGIL Milano
Fondazione Finanza Etica
Forum Cittadini del Mondo Grosseto
Forum Nazionale per Cambiare l'Ordine delle Cose
GAS Martesana
Hayat Onlus
Il Melograno
Laudato si’
Lezioni al campo - Lecco
Link-Coordinamento Universitario
Memoria Antifascista
Milano in Comune
Nessuna persona è illegale
Osservatorio solidarietà - Carta di Milano
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra
Europea
People before borders
Possibile
Potere al Popolo Varese territoriale
Progetto Diritti onlus
Progetto Integrazione
Progetto Rebeldìa Pisa
Progetto Sprar "Il Sestante"
Radicali Italiani
Rete della Conoscenza
Rete delle Città in Comune
Rimake
Sharazade cultura e spettacolo senza frontiere
Sinistra Italiana
Un'altra storia Varese
Unione degli Studenti
ZaLab
Zona 8 Solidale Milano

Nuove adesioni arrivate 17/9/2019
Realtà:

Arcigay Strambopoli Taranto
Associazione Carcere e Territorio Onlus - Brescia
Associazione LAICITALIA
Associazione di Promozione Sociale "Fabrizio Casavola"
Associazione ViaPadovaViva
Circolo Legambiente Crescenzago
City Art
Como senza frontiere
Hermes Academy Onlus
La Città del Sole Amici del Parco Trotter onlus
Osservatorio Migranti Verona - Cub
Partito del Sud-Meridionalisti Progressisti
Sono Musica
Teatro Officina
Tempo per l'Infanzia
ANPI PARIGI
Associazione Il Cerchio Dalla Libia A Via Libia
Associazione ASAHI
Associazione viapadovaviva
Bebo Storti
Centro immigrazione Asilo e Cooperazione di Parma
Circolo Culturale TBIGL+ "Alessandro Rizzo Lari"
City Art
Elena Franchi
GUS Gruppo Umana Solidarietà
La Città del Sole Amici del Parco Trotter onlus
Le Donne in Nero di Varese
Milano in Movimento
Minori Stranieri Non Accompagnati Blog
Sono Musica
St. Ambroeus
Teatro Officina

Singoli:
Angela Marchisio - Presidente dell'associazione Nowalls
Anna Foa
Bettina Foa
Daniela Mariani
Elly Schlein
Francesco Lucat
Marco De Luca
Stefania Sinigaglia- Cooperante cooperazione internazionale Silvia Rossini
Francesca Ferranti
Gianluca Ragusa
Giovanna vaccaro
Lucio Barone
Matteo villa

Nuove adesioni 18/9/2018
Realtà:
Associazione Carcere e Territorio Onlus - Brescia
Associazione di Promozione Sociale Meticcia
Comitato Antirazzista Durban Italia
Comitato Lombardo Antifascista
L'Altra Europa con Tsipras
Redazione nazionale dell'Osservatorio Democratico sulle nuove destre
Sì Toscana a Sinistra

Singoli:
Eliana Barducci
Giancarlo Pavesi Incerti
Gianluca Ragusa
Silva Cigliani
Valentina Paciullo

Nuove adesioni 19/9/2018
Realtà:
ACAT Italia (Azione dei cristiani per l'abolizione della tortura
Associazione Cittadini del Mondo
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale del Municipio 4 di Milano
GUS Gruppo Umana Solidarietà
Singoli:
Aurora d'Antonio
Francesco Lucat

Adesioni 24/09/2018
Realtà:
Cooperativa Caracol, Marghera
SPRAR del comune del Comune di Chiesanuova
Singoli:
Agnese Dolcher
Alessandro Luparello
Cecilia Valdesalici e Andrea Bianchi, Cesena
Ezio Rossi,
Giusepppe nocentini
Laura Finardi
Maria Lucrezia Rodinò
Marina Gamberini

Adesioni 25/9/2018
Realtà:
Liberi e Uguali di Vicenza.
Cooperativa Babel Onlus
Coordinamento Per La Democrazia Costituzionale - Municipio 4 – Milano
COPE - Cooperazione Paesi Emergenti
Rescogita
Singoli:
Adriano Romano
Anelli Mancanti
Anna Compagnoni
Benedetta Manfriani
Edward Lynch
Federico Carazzolo
Giampiero Filotico
Giulia Tagliaferri
Ilaria Izzo
Luigi Galloni
Monica Cristina Massola
Roberta Radich
Silvia Cappelli
Serafina Petrozzi

  • Qui trovate la rassegna stampa: una selezione in continuo aggiornamento di articoli e servizi in cui si parla della storia del Co.P.E. e dei volontari, degli eventi organizzati o ai quali ha preso parte la nostra ONG, sul territorio catanese ma anche nei paesi in cui sono attivi i nostri progetti (Tanzania, Madagascar, Perù, Guinea Bissau...), tratti da riviste, giornali, telegiornali e webzine.

Se avete un articolo che ci riguarda da segnalare, scriveteci a cope@cope.it

Da più di 40 anni ci impegniamo a cambiare il mondo al fianco delle popolazioni locali.
APPROFONDISCI
CONTO CORRENTE intestato a CO.P.E. – COOPERAZIONE PAESI EMERGENTI
via Vittorio Emanuele 159 Catania

Presso BANCA ETICA
IBAN: IT34G0501804600000011351483
Swift/BIC: ETICIT22XXX (se fuori UE).
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram