Il progetto Odiare non è uno sport 2 intende sviluppare le azioni della precedente edizione e contribuire a contrastare l’hate speech online legato al settore sportivo, mantenendo la centralità delle attività educative per favorire la resilienza dei giovani nei confronti del fenomeno.
Il progetto si realizza in 7 regioni italiane (FVG, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Sicilia) per mantenere l’attenzione sull’hate speech online in quanto fenomeno mutevole ed insidioso e favorire la partecipazione delle scuole e del settore sportivo dilettantistico nell’educare i giovani a riconoscerlo e contrastarlo.
Il progetto prevede preliminari attività di ricerca su atteggiamenti e comportamenti dei più giovani nelle relazioni virtuali contenenti hate speech con il coinvolgimento dell’Università degli studi di Trieste – Dipartimento di Scienze della vita e di indagine sui trend assunti dal fenomeno nei principali social e testate giornalistiche in collaborazione con l’Università degli studi di Torino – Dipartimento di culture, politica e società.
Gli esiti di queste attività sosterranno lo sviluppo di un software a cura di ISF – Informatici senza frontiere, in grado di intercettare conversazioni contenenti toni ostili e discriminatori e proporre risposte dissuasive, che sarà strumento fondamentale per sperimentazioni e simulazioni nelle successive attività di educazione alla prevenzione e al contrasto.
Queste prime fasi guideranno quindi la realizzazione di attività di formazione destinate a insegnanti, allenatori e altro personale coinvolto nello sport, promosse dalle OSC ADP, ASPEm, CELIM, Comi, COPE, LVIA, ProgettoMondo in collaborazione con ISF e gli enti di promozione sportiva CSI e LIBERTAS, affinché si crei attorno ai giovani una solida presenza educativa in grado di favorire dinamiche di opposizione all’hate speech.
I medesimi partner saranno coinvolti nella realizzazione di attività educative nelle scuole e nei gruppi sportivi dilettantistici, finalizzate a sviluppare negli studenti e nei giovani sportivi, competenze digitali trasversali, legate alla socialità e all’esercizio della cittadinanza, avendo l’hate speech attinenza diretta con l’ambito dei diritti.
I giovani potranno quindi sperimentare le capacità apprese, partecipando attivamente alla campagna web di narrazione alternativa coordinata dal partner ImpactSkills, che accompagnerà l’intero percorso del progetto e sarà arricchita dalla presenza di testimonial individuati tra atleti e sportivi amati dal target.
Infine, alcuni tra i giovani partecipanti a percorsi educativi svolti nelle classi e nei gruppi sportivi dilettantistici, saranno coinvolti nella costituzione di squadre territoriali di attivismo digitale che avranno il compito di intercettare e contrastare l’hate speech legato allo sport, proponendo reazioni e risposte dissuasive nei social.