IPA-Insieme Per l'Ambiente-Sensibilizziamo le nuove generazioni sulla giustizia climatica, è un progetto della durata di 18 mesi che ha come obiettivo generale quello di promuovere azioni, a tutti i livelli per combattere gli effetti del cambiamento climatico.

Obiettivi specifici:

  • Accrescere le conoscenze delle giovani generazioni al fine di stimolare la cultura della sostenibilità ambientale attenta alla promozione di un modello di sviluppo sostenibile e facilitare la relazione con la società, il mondo della scuola e del lavoro e le istituzioni locali.
  • Sviluppare e rafforzare le reti associative del Terzo settore attraverso le relazioni con altri enti territoriali, istituzionali e non, per sollecitare le comunità sulla necessità di adottare comportamenti responsabili per contribuire a minimizzare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

Aree prioritarie di intervento:

  • sviluppo della cultura del volontariato e della cittadinanza attiva, in particolare tra i giovani;
  • promozione di percorsi educativi e formativi sui mutamenti climatici, in particolare nelle scuole;
  • sensibilizzazione delle persone sulla necessità di adottare comportamenti responsabili per contribuire a minimizzare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulle comunità naturali e umane.

Il progetto si svolgerà sul territorio nazionale grazie all'ambio partenariato di Ong coinvolte.

In Sicilia a CATANIA - (Acireale, Nicolosi) e a PALERMO.

Risultati attesi:

  • 250 scuole secondarie di primo e secondo grado integrano i piani formativi con lo svolgimento di Unità di Apprendimento (UdA) sulle tematiche relative agli effetti dei cambiamenti climatici e alla loro incidenza sulle dinamiche socio-economiche globali, alle strategie di resilienza e di conversione ecologica, alla green economy; sperimentano laboratori creativi ed artistici e progetti di alternanza scuola lavoro;
  • Sono raccolti, condivisi e diffusi attraverso una mappatura e una pubblicazione, i dati relativi allo stato e alle buone pratiche sperimentate da ONG, enti locali, associazioni, istituzioni educative, istituti di promozione culturale, aziende e gruppi informali del territorio che hanno adottato stili di vita e modelli di produzione e consumo sostenibili;
  • È rafforzato il confronto e il dialogo per una strategia nazionale multistakeholder sull’adattamento ai cambiamenti climatici e sulle opportunità derivanti dalla conversione ecologica condivisa da cittadini, attori del Terzo Settore, associazioni ambientaliste, Enti locali, mondo della scuola, aziende ed istituzioni nazionali ed europee.

Destinatari degli interventi: Scuole secondarie di primo e secondo grado pubbliche e private (14 scuole in media a Regione), 500 Docenti di varie discipline scolastiche, 2 docenti per ciascuna scuola.

 

Il Progetto Thupime attualmente in corso presso il Centro di Salute Nyololo, grazie al partenariato con l'Ospedale San Raffaele di Milano, il Mufindi District – Medical Officer e l'University Of Dodoma e il finanziamento deò Globul Fund e dell'AICS , si propone come obiettivo generale di assicurare la salute e il benessere per tutta la popolazione locale del distretto sanitario, ed entro il 2030, porre fine alle epidemie di AIDS, la tubercolosi (TBC), la malaria e le malattie tropicali trascurate.

Nel quadro generale del progetto, è previsto il supporto al Governo Tanzaniano nel controllo e prevenzione dell’HIV e TB attraverso l’implementazione di un approccio multidisciplinare basato sul rafforzamento del servizio sanitario pubblico e la sensibilizzazione della popolazione generale.

Attraverso l'implementazione delle attività progettuali, si punta al miglioramento delle capacità di diagnosi precoce e qualità dei servizi integrati di trattamento di HIV e TB nel Distretto di Mufindi, nella Regione di Iringa e l'aumento della resilienza/capacità delle comunità target di combattere la diffusione di HIV e TBC.

Dal punto di vista sanitario, attraverso l'utilizzo di un test molecolare altamente sensibile, si cerca di individuare i casi di infezione in maniera tempestiva e raccogliere i dati epidemiologici sulla circolazione dei ceppi tubercolari nella popolazione target.

Dal punto di vista sociale, attraverso una campagna di sensibilizzazione che utilizza il teatro partecipativo, si cerca di ridurre le barriere socio-culturali legate a TB ed HIV.

Le attività previste riguardano i diversi aspetti socio-sanitari del progetto:

  • l'Equipaggiamento delle cliniche mobili del Centro di salute di Nyololo con strumentazione diagnostica “Genexpert Omni”, Alere Determine™ TB LAM Ag e sistema di telemedicina  “E-Detect”
  • la realizzazione di campagne di screening di casi di HIV TB in 11 villaggi nel Distretto di Mufindi
  • l'ndagine di trasmissione dei casi di  TB nel Distretto di Mufindi
  • la valutazione delle performance del test Alere Determine™ TB LAM Ag
  • il rafforzamento di un sistema di supporto sanitario dei pazienti affetti da TBC e HIV a livello comunitario tramite il programma di home-based care

in tal modo, il Centro di Salute di Nyololo diventerà la struttura di riferimento a livello distrettuale per il trattamento della TBC e dell’HIV.

Un approccio particolare è stato rivolto a favore di popolazioni vulnerabili quali donne incinte e bambini sotto i 5 anni e ancheai bambini delle scuole primarie  grazie ad un programma di educazione alla prevenzione di HIV e TBC in 11 scuole primarie utilizzando il Sistema di peer education.

IL MACCHINARIO GENEXPERT PER L'ANALISI DEI CAMPIONI DI SALIVA PER TUBERCOLOSI

 

 

 

 

IL TEATRO PARTECIPATIVO PER LA SENSIBILIZZAZIONE

 

Guarda il video dimostrativo:   video thupime

La pandemia COVID-19 ha colpito tutti i paesi del Mondo, compresa la Tanzania. Considerando la grande percentuale di cittadini tanzaniani con patologie croniche quali Malaria, Tubercolosi, HIV, Ipertensione, Diabete e altre patologie immunodeficienti, la scarsa o spesso inesistente presenza di materiali e risorse sanitarie, la scarsa presenza di personale sanitario specializzato e di risorse economiche, il rischio di diffusione del virus con conseguenze gravi ed irreversibili è alto.

Il primo caso di COVID-19 in Tanzania risale al 16 Marzo 2020 e, se durante i primi mesi di diffusione della pandemia i dati ufficiali sono stati molto ridotti e successivamente mai aggiornati dal Governo Tanzaniano, la situazione è in progessivo peggioramento in tutto il paese.

Secondo una ricerca effettuata sul territorio, il sistema sanitario nazionale dispone di 120 posti letto in terapia intensive attrezzate (100 a Dar es Salaam e 20 dislocate nel resto del Paese). Le strutture regionali non sono in grado di far fronte ad una situazione d’emergenza come quella che sta colpendo i paesi occidentali.

Pertanto, la prevenzione risulta fondamentale per limitare la diffusione del virus.  Il Centro di Salute Rurale di Nyololo dispone di un reparto isolamento per tutti quei pazienti con patologie infettive e/o virali. Nella prospettiva di un’eventuale diffusione del virus COVID-19, il Centro è in grado di isolare i pazienti sospetti e/o positivi al virus. Non è possibile invece il ricovero di pazienti in condizioni gravi che necessitano un posto letto in terapia intensiva.

Ad oggi il Centro di Salute di Nyololo può garantire assistenza sanitaria ai soli pazienti COVID con patologie respiratorie che possono essere affrontate con il solo utilizzo di ossigeno e mascherine, ma non pazienti con difficoltà respiratorie gravi. E' stato possibile creare una rete di collegamenti con altre ONG che operano in Ospedali situati nella Regione di Iringa attrezzati per il trattamento di pazienti COVID+ (tra questi il Regional Hospital di Iringa che dispone di 8 posti letti in terapia intensiva disponibili per il ricovero di pazienti COVID in gravi condizioni). Grazie al sostegno economico della CEI, nel corso del 2020 abbiamo acquistato dispositivi medici e materiale sanitario destinato alla prevenzione della diffusione del virus Covid-19, attività che prosegue incessantemente anche quest'anno, dopo la ripresa dei contagi per far fronte all’emergenza COVID-19 .

Nel corso dei 3 mesi di progetto il Centro di Salute Rurale di Nyololo ha potuto acquistare il seguente materiale sanitario:

  •  Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) e disinfettanti: Mascherine chirurgiche,  Guanti non chirurgici, Schermi protettivi per il viso, Stivali in gomma, Grembiuli usa e getta, Sacchi di plastica per rifiuti infetti, Alcool 96%, Glicerina/soluzione alcolica, Ipoclorito di sodio, Sapone liquido;
  • Attrezzature: Pulsossimetri, Concentratori di ossigeno, Termometri infrarossi, Maschere per ossigeno per adulti e bambini; bombole di ossigeno.

Nel corso dell’emergenza, grazie alla collaborazione di tutto il personale sanitario, sono stati creati dei protocolli di gestione della pandemia: le persone che si recavano presso il Centro dovevano effettuare un primo screening all’ingresso; seguendo una rotazione, il personale sanitario munito di D.P.I., dotato di termometro a infrarossi e igienizzante homemade, misurava la temperatura di tutti i pazienti e indirizzava le persone con temperatura superiore a 37,5 presso una zona di isolamento dove due infermiere si occupavano di effettuare un secondo test (questionario per verificare la possibilità di contatto diretto o meno con persone positive o sospette positive al COVID) per escludere o confermare un’eventuale contagio. In caso di positività al questionario il paziente veniva visitato dal medico di riferimento ed eventualmente sottoposto al tampone.
 Le attività di screening continuano tutt'ora presso l'Ospedale di Nyololo in cui sono stati isolati di recente dei casi di positività al COVID-19.

 

Finanziato dalla CEI – Conferenza Episcopale Italiana, con capofila l'associazione ALM e con numerosi partners dell'universo FOCSIV-Volontari nel mondo(FOCSIV,CEFA,CMSR,CVM, FMSI,FONTOV, IBO Italia, LVIA, MLFM )e la Conferenza Episcopale della Tanzania in qualità di controparte locale,il progetto I giovani sono il domani- formazione professionale e reinserimento sociale dei giovani portatori di Hiv/AIDS ha come obiettivo generale il “contribuire alla promozione di un modello di formazione per i giovani più vulnerabili della Tanzania che garantisca loro la possibilità di cambiare la propria condizione di vita e quella delle proprie famiglie attraverso l’avvio e la promozione di attività sociali e produttive generatrici di reddito e attività associative e di cittadinanza attiva”.

Il COPE, in qualità di partner del progetto,si occupa da anni presso l'Ospedale di Nyololo delle attività di miglioramento della condizioni di salute nella regione di Iringa attraverso la riduzione della trasmissione HIV e il reinserimento sociale dei gruppi vulnerabili.

Le attività specifiche previste dal progetto e gestite dal COPE saranno:

  • Formazione specialistica del personale medico attraverso la combinazione di preparazione teorica e pratica,  supportata da attività di tirocinio in affiancamento con il personale già impiegato presso il CTC. Il personale verrà formato su parto sicuro e la trasmissione HIV, il counselling per il Test HIV (Volunteer Counselling and Test) e la somministrazione della terapia antiretrovirale; assistenza nei centri e attraverso le cliniche mobili.
  • Attivazione di cliniche mobili e pronto soccorso. Il personale già impiegato nelle cliniche mobili sarà integrato dai giovani in formazione;
  • Formazione di 5 CBOs, organizzazioni della società civile composte da donne, che avranno il compito di svolgere le attività di sensibilizzazione presso i villaggi. Sarà adottata la metodologia della peer-to-peer education che viene spesso utilizzata nell'ambito della promozione della salute e più in generale nella prevenzione dei comportamenti a rischio,

Le attività di formazione si svolgeranno presso i locali e i reparti degli ospedali rurali del Distretto di Mufindi e i CBOs svolgeranno attività di formazione e sensibilizzazione destinate alle donne in gravidanza o in età fertile e ai giovani delle scuole superiori residenti nei distretti di Iringa e Mufindi.

Le principali tematiche trattate saranno: origine virale dell’HIV; prevenzione della trasmissione verticale madre-figlio dell’HIV; test, servizi di counselling e terapia; reinserimento sociale, opportunità e programmi di formazione professionale. Tematiche trasversali saranno la corretta alimentazione, importanza dell’acqua, igiene personale, igiene domestica, malaria, prevenzione del colera e prevenzione malattie trasmissibili da contatto.

Oltre all'aspetto più prettamente sanitario, le attività formative del progetto riguarderanno anche l'avviamento di 2 corsi professionali per il reinserimento socio-economico dei portatori di HIV (150 beneficiari in tre anni - 90 di scuola di cucito e 60 di scuola di falegnameria) tutti giovani a serio rischio di esclusione sociale che saranno inseriti nel contesto economico e sociale grazie al supporto sanitario e alla formazione professionale ricevuta adatta alla creazione di attività economiche e competenze professionali più richieste nella regione.Il percorso formativo è arricchito da altre materie di studio: Disegno tecnico; Informatica di base; Matematica; Educazione civica; Micro-imprenditoria; Lingua Inglese; Metodologie ed etica sociale. Per i beneficiari delle attività formative sarà necessario equipaggiare i dormitori, i refettori e saranno previsti fondi per il trasporto degli studenti e delle borse di studio.

I beneficiari diretti sonmo tutti i giovani portatori di HIV/AIDS del Distretto diMufindi, Regione di Iringa. 

 

 

Il progetto “Agricoltura e sicurezza alimentare nel distretto di Namtumbo", finanziato coi fondi 8x1000 Irpef (Stato), propone ai giovani di entrambi i sessi, di età compresa fra i 18 e i 35 anni, della regione di Ruvuma, la possibilità di frequentare corsi intensivi residenziali presso il Centro di Formazione Agricola CRAS (avviato nel 2009 dal COPE) ,di durata bimestrale inerenti tematiche agricole, zootecniche e di micro-imprenditoria, per poi continuare ad essere seguiti tecnicamente e finanziariamente, attraverso un attività di monitoraggio da parte del team formatori, la frequenza a brevi corsi di aggiornamento e l’accesso a un fondo rotativo di micro-credito.  I corsi hanno un taglio particolarmente incentrato agli aspetti pratici, e il 40% delle attività formative si svolgono in campo. Le classi sono composte da un massimo di 30 studenti, in modo da garantire un ottimale rapporto tra docente e discente, e una corretta trasmissione delle conoscenze e delle tecniche promosse. I contenuti dei corsi sono stati progettati in collaborazione dagli agronomi del CO.P.E. e da professori ed esperti provenienti dalla Sokoine University of Agriculture di Morogoro e dal Ministry of Agriculture Training Institute di Uyole (Mbeya), che rappresentano attualmente le due più importanti istituzioni di formazione agricola a livello nazionale. L'approccio scelto per la formazione è di tipo Peer education (educazione tra pari), in quanto il team dei formatori è composto da nove agenti di campo, che hanno una formazione secondaria. Questi formatori sono stati scelti in base alle loro precedenti esperienze in campo agricolo (tutti erano impegnati in attività agro-zootecniche di piccola scala). Il team degli agenti di campo è coordinato da un ingegnere agronomo. Tutto il team segue un percorso di formazione continua, in varie istituzioni nazionali (tra cui la già citata Sokoine University of Agriculture). Maturati i tempi, è adesso in crescita la domanda di una formazione più completa e che dia la possibilità di impiego presso grossi gruppi agro-industriali operativi in Tanzania. Questo tipo di formazione ha una durata triennale e gode del riconoscimento e della certificazione pubblica dell’ufficio VETA (Vocationl Educational and Training Authority). In tutta la regione di Ruvuma solo tre centri sono abilitati a rilasciare la certificazione VETA in agricoltura e allevamento, due dei quali si trovano nel distretto di Namtumbo. Il Centro CRAS è tra questi quello con più esperienza essendo il primo ad essere stato autorizzato a rilasciare tale certificazione. Una sezione del Centro è dedicata all'agricoltura biologica e alla coltivazione di piante officinali. Si vuole potenziare la formazione in zootecnia e il servizio di zootecnia e profilassi per gli allevatori locali, mediante l’apertura di un Laboratorio di analisi veterinaria con stalla adiacente. Obiettivo primo del Centro è quello di migliorare le possibilità economiche della popolazione locale attraverso la promozione dell’occupazione dei giovani del distretto nel settore agro-zootecnico, e ridurre così la tendenza del progressivo abbandono delle aree rurali, soprattutto da parte delle fasce più giovani. L’azione è articolata in cinque assi di intervento:

  1. La costruzione e l’equipaggiamento di una azienda pilota di produzione e formazione permanente: identificazione di siti idonei per le costruzioni, la rete idrica, i campi sperimentali e i campi di produzione agro-pastorale; costruzione ed equipaggiamento del centro, degli annessi agro-pastorali, la sistemazione dei terreni adibiti alla formazione e alla produzione.
  2. L'avvio della produzione agro-zootecnica e la commercializzazione dei prodotti. Una sezione è stata dedicata alle colture sperimentali che prevedono coltivazioni biologiche e piante officinali.
  3. L’avvio dei corsi di formazione: corsi intensivi residenziali di 2 mesi e brevi corsi di aggiornamento/follow-up per gli agricoltori e i giovani del distretto. La formazione tecnica e professionale è diretta ai giovani agricoltori tra i 18 e i 35 anni di età, per facilitare il loro inserimento socio-economico nella realtà locale attraverso il miglioramento delle conoscenze nel settore agro-zootecnico.
  4. Supporto tecnico e finanziario: tecnico attraverso attività di monitoraggio nei villaggi target, volte a garantire la corretta implementazione delle tecniche apprese durante i corsi di formazione; finanziario attraverso la creazione di un fondo rotativo di micro-credito a beneficio dei piccoli agricoltori e/o cooperative agricole che vorranno avviare attività redditizie.
  5. Sensibilizzazione: attraverso azioni di informazione, comunicazione, educazione sulle tematiche ambientali (incontri con le scuole, serate di animazione teatrale nei villaggi, emissioni radiofoniche, riunioni ONG e associazioni locali).

Controparti locali sono:

  • Arcidiocesi di Songea, principale partner locale del COPE, la quale ha fornito il terreno su cui sorge il Centro CRAS e provvede ai visti per il personale espatriato. Inoltre, l’Arcidiocesi è direttamente coinvolta nella gestione e nel coordinamento delle attività in quanto membro del consiglio amministrativo del Centro.
  • Tanzanian Warehouse Licensing Board (TWLB), ente tanzaniano incaricato della realizzazione di corsi di aggiornamento sul Warehouse Receipt System per i docenti e dell’erogazione diretta del micro-credito ai contadini consorziati.

Sono inoltre presenti attori istituzionali rilevanti I seguenti attori istituzionali sono continuamente coinvolti per attività di consulenza, formazione formatori e fornitura di esperti locali:

  1. Distretto di Namtumbo,
  2. Sokoine University of Agricolture di Morogoro,
  3. Ministry of Agriculture Training Institute di Uyole (Mbeya),
  4. Tanzanian Warehouse Licensing Board.

Il progetto si avvia verso la conclusione delle attività annuali. "Questo progetto è finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il fondo dell'otto per mille Irpef devoluto dai cittadini alla diretta gestione statale per l'anno 2016"

Il progetto TAS – Migration Labs, finanziato dal programma europeo "Europe for Citizen", mira a supportare i principi fondamentali della cittadinanza europea e a promuovere una migliore partecipazione civica e democratica a livello Europeo, riaffermando i valori di solidarietà, dialogo interculturale, comprensione reciproca e combattendo gli stereotipi già esistenti, soprattutto in tema di migrazioni e di minoranze. Le nostre attività sono principalmente rivolte a giovani, decisori politici e stakeholder di ogni Paese partner, con l'obiettivo di accrescere la consapevolezza dei processi decisionali dell’Unione Europea, in particolare in materia di migrazione, e aumentare le opportunità di partecipazione sociale, interculturale e di volontariato.
Nel corso di 5 workshop, strutturati secondo un approccio dialettico che comprende tre fasi di sviluppo (tesi, antitesi e sintesi), i partecipanti avranno modo di analizzare narrazioni e contro-narrazioni, pregiudizi e stereotipi su migranti e rifugiati, nonché politiche migratorie nazionali ed europee, al fine di elaborare un documento  da presentare ai policy makers europei durante la conferenza finale di progetto, quale "sintesi" delle riflessioni elaborate.     

   Thesis I                     Thesis II               Antithesis I

                                     

 

Thesis I

Il primo workshop, dal titolo "Storie di Migrazioni", ha affrontato il tema della migrazione mediante un parallelismo tra le migrazioni passate degli Italiani in America e Svizzera e le migrazioni di oggi e ha visto la partecipazione dei ragazzi migranti del centro Sprar di Catania. Abbiamo parlato delle difficoltà, delle sfide e degli stereotipi che gli immigrati, ieri come oggi, devono affrontare e di come, in fondo, gli stereotipi che si rivolgono a questi ultimi siano sempre gli stessi, per via della dilagante paura verso lo straniero che caratterizza il fenomeno migratorio.
Clicca qui per un breve video riassuntivo!

Thesis II

Durante il secondo Workshop abbiamo parlato insieme al professore dell’ Università di Catania, PhD Augusto Gamuzza, della situazione attuale dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) in Italia. Abbiamo affrontato un lungo dibattito, incentrato sulle principali difficoltà che i minori stranieri affrontano non appena arrivano sul suolo italiano, ma anche sui diritti che l’Italia riconosce loro in quanto minorenni e su come cambia la situazione una volta raggiunta la maggiore età.
Clicca qui per un breve video riassuntivo!

Antithesis I

Durante il workshop Antithesis I abbiamo parlato di campagne d’odio contro i migranti e le Ong che operano nel mediterraneo. Abbiamo avuto come ospite Luca Faenzi, Responsabile Comunicazione di Mediterranea. Insieme a Luca Faenzi abbiamo parlato di cosa sono le campagne d’odio, da chi vengono incoraggiate e come si possono contrastare i commenti d’odio che leggiamo sui social media.
Clicca qui per un breve video riassuntivo!

       Antithesis II                      Synthesis

                     

 

Antithesis II

Nell’ Antithesis II, i giovani partecipanti si sono impegnati in attività di simulazione e dinamiche di gioco per decostruire in prima persona alcuni stereotipi e pregiudizi che influenzano la nostra vita quotidiana.
Abbiamo avuto il piacere di avere come ospite Milan Kuzmanović, ricercatore presso il Center for Social Stability (Serbia).
Clicca qui per un breve video riassuntivo!

Syntesis

Nel laboratorio di "Synthesis" abbiamo discusso e riassunto gli argomenti e le domande più interessanti dei workshop precedenti, attenti ed intenti a raccogliere le opinioni e le dichiarazioni dei partecipanti, che sono risultate fondamentali per sviluppare insieme il Reccomendation Paper che abbiamo esposto a Bruxelles.
Clicca qui per un breve video riassuntivo!

         Multiplier Event            Conferenza finale

                   

Multiplier Event

All'interno del progetto TAS Migration Labs, il Co.P.E. ha organizzato il suo Multiplier Event in un formato ibrido, per permettere agli interessati di scegliere la modalità di partecipazione a loro più congeniale.
L'incontro si è svolto in presenza il 19 Giugno 2021, e online sulla piattaforma Zoom il 28 Giugno 2021 e ha visto la partecipazione di stakeholders locali, volontari, rappresentanti di istituzioni, organizzazioni e Università.
Nel corso dell'evento, il project manager, Gianluca Scerri, ha presentato ai partecipanti presenti una panoramica complessiva del progetto, degli obiettivi generali e specifici e delle attività implementate.

Conferenza finale a Bruxelles

La conferenza finale del progetto Tas Migration Labs si è tenuta il 10 Agosto 2021, a Bruxelles, grazie all'organizzazione Vocal Europe e a tutti gli ospiti di rilievo e partner che hanno partecipato.
I giovani rappresentanti di ogni Paese partner hanno esposto le raccomandazioni sviluppate nel corso dei 5 workshopai responsabili politici dell'UE presenti alla conferenza, scambiando opinioni ed esperienze su migrazioni, fake news e stereotipi.
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EUROPEAN SOLIDARITY CORPS- VOLUNTEERS

Durante i mesi conclusivi del progetto, due giovani volontari ESC sono stati inseriti all’interno del progetto TAS Migration Labs: Sharon e Samuele hanno contribuito attivamente alle attività conclusive del progetto e hanno avuto la possibilità di conoscere il mondo delle iniziative finanziate dall'UE, impegnandosi in una formativa attività di volontariato che ha permesso loro di ottenere nuove competenze utili per il futuro.

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Il progetto Volunteering Management Expedition (VolExpo) mira a migliorare le competenze di manager e coordinatori di volontari (retribuiti e non) raccogliendo metodologie e strumenti utili a supportare le competenze identificate come necessarie in almeno 9 paesi europei, condividendoli attraverso “spedizioni virtuali” come ad esempio webinars, web clinics and discussioni online, testandone l’impatto nei paesi partner e selezionando i più utili. Al termine verrà pubblicata una “cassetta degli attrezzi” virtuale utile ai manager di volontari per aggiungere nuovi strumenti al loro lavoro. Con il progetto VolExpo miriamo a raggiungere i seguenti risultati:

  1. Migliorare l’utilizzo di strumenti esistenti per i manager di volontari attraverso la traduzione, adattamento al contesto locale, test e pubblicazione attraverso la “cassetta degli attrezzi”;
  2. Migliorare la conscenza di questi strumenti e migliorare la competenza nell’utilizzo;
  3. Migliorare le opportunità di networking tra manager di volontari;
  4. Migliorare l’esperienza di volontariato per i volontari.

Attraverso la “cassetta degli attrezzi”, il progetto VolExpo mira a supportare la comunità europea di volontariato anche dopo la scadenza del progetto per un periodo di almeno 2 anni.

Il progetto, co-finanziato dall’Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo (AICS) vede impegnate organizzazioni della società civile ed enti locali di otto territori italiani per lottare contro le sfide connesse agli impatti del cambiamento climatico favorendo l’impegno e l’attivazione concreta dei giovani.Il COPE è partner locale del progetto per il territorio di Catania. Un programma di lavoro che da giugno 2019 in poi prevede di coinvolgere 15.000 giovani in attività educative nelle scuole e fuori dalle scuole, sul territorio e nelle comunità, attraverso momenti di formazione per studenti e insegnanti, attività di ricerca partecipata, laboratori educativi ed azioni locali promosse dai giovani per i giovani, marce territoriali per il clima in alcune città italiane e la redazione di un Manifesto Nazionale dei Giovani per il Clima. Un programma per le nuove generazioni, per far sentire la loro voce nelle loro comunità, ma anche per aumentare la loro possibilità di dialogo con le autorità locali e nazionali sul tema del cambiamento climatico. Il progetto inizierà a giugno del 2019 per concludersi nel corso del 2021. Per l’anno scolastico 2019 – 2020 e 2020/2021, il progetto ha implementato diverse attività rivolte ai docenti e agli studenti:

  • Giornata formativa in presenza per i docenti su cambiamenti climatici e metodologia dell’educazione alla cittadinanza globale (Anno 2019)
  • Sperimentazione metodologica in aula da parte dei docenti nelle regioni Toscana, Lazio e Marche, da parte delle associazioni partner nei Comuni di Milano, Bologna e Catania (anno 2019, febbraio 2020);
  • Attivismo studentesco attraverso la partecipazione ai cortei pubblici e allo sciopero generale per il clima indetto dai comitati di FridaysForFuture(anno 2019);
  • Laboratori extrascolastici per i giovani, realizzati in modalità on line nel corso del 2020 a cui  partecipano studenti, rappresentanti delle associazioni giovanili e movimenti territoriali. Le attività di formazione riguarderanno leadership, canali partecipazione, comunicazione e co-progettazione con i rappresentanti degli enti locali e delle associazioni giovanili, per preparare le campagne di sensibilizzazione locali sul tema del cambiamento climatico.
  • Realizzazione on line della Winter School di approfondimento sulla tematica dei cambiamenti climatici in cui sononstati coinvolti gli studenti delle scuole che hanno precedentemente preso parte ai laboratori;
  • Campagna di sensibilizzazione e Marcia on line "2021-Ultima Chiamata" realizzata coinvolgendo i territori interessati dal progetto e gli studenti che hanno partecipato alla Winter School e altri attivisti climatici.

In occasione della marcia on line, il COPE ha realizzato uno spot in collaborazione con Suntethic Studio e il duo teatrale Sbadaclown. Guarda lo spot :Spot 2021-Ultima Chiamata

Il progetto "Odiare non è uno sport-Percorsi educativi per prevenire e contrastare l’hate speech razziale nello sport" (AID 011797) avviato nel 2019, mira a contrastare fenomeni di odio e discriminazione online ed offline promuovendo al contempo l'interazione sociale e culturale. Obiettivo prioritario è prevenire e contrastare fenomeni di odio, intolleranza e discriminazione razziale tra i giovani nell'ambito dello sport non agonistico, valorizzandolo come luogo di aggregazione e integrazione. Il partenariato coinvolto nel progetto è molto eterogeneo e vede coinvolte sia ONG italiane che enti di formazione anche in ambito sportivo e associazioni specializzate nella tematica del contrasto all'hate speech(partner FormaAzione, CVCS, ADP, Celim, Cisv, Comi, Cope, ISF, Lvia, PMMlal, Csen). Il COPE in quantopartner locale sul territorio siciliano, ha coinvolto nelle attività sia scuole (in modalità on line dovuta all'emergenza Covid-19) che sociaetà sportive e volontari in varie attività di contrasto ai discorsi d'odio sui social e in modalità off-line(tra gruppi di giovani). Ecco alcune delle attività formative svolte e in corso di svolgimento :

  1. Formazione formatori on line, rivolta a docenti e personale sportivo: nell’ambito del progetto è stato ideato un Kit didattico a cura di un team di esperti, che sarà condiviso durante gli incontri di formazione. Il momento formativo avrà lo scopo di migliorare le competenze del target di riferimento nel prevenire e contrastare il fenomeno dell’hate speech razziale in ambito sportivo ed aumentare la capacità di mobilitare l’attivismo giovanile;
  2. Attività di alternanza scuola-lavoro: Flash Mob on line, dopo un momento di formazione, sarà richiesto ai ragazzi di realizzare, con un progetto grafico creativo (pannelli singoli, unico striscione, lettere sulle magliette) la scritta “Odiare non e’ uno sport”. I ragazzi, dopo aver progettato una coreografia, eseguiranno il flash mob. Altri studenti, non direttamente coinvolti, gireranno un video e scatteranno delle foto!
  3. Incontri laboratoriali on line, rivolti a studenti delle scuole secondarie di I e II grado e giovani sportivi: la sperimentazione utilizzerà gli strumenti ideati (Kit didattico) e le attività laboratoriali serviranno ad accrescere la consapevolezza sul fenomeno e sulle sue manifestazioni offline ed online, oltre alla capacità dei beneficiari di intervenire positivamente nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno.
  4. Rete giovani antenne: le squadre anti-odio saranno presenti in tutti i territori di intervento del progetto e coinvolgeranno in media n. 10 giovani, che appositamente formati, intercetteranno e risponderanno in modo pertinente ai messaggi di hate speech nello sport. Attraverso il coinvolgimento attivo dei giovani ed azioni di peer education, verranno favoriti l’impegno sociale e le opportunità educative offerte dagli strumenti digitali.

Per saperne di più sul progetto nazionale clicca qui https://www.odiarenoneunosport.it/  

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