20 Dicembre 2016

Graduation Day in Mahinya

[cml_media_alt id='2558']1[/cml_media_alt]Oggi è un giorno importante per i sette ragazzi che, dopo aver sostenuto i loro esami, stanno per concludere un percorso di studi iniziato ben tre anni fa insieme al Mahinya training centre.

Oggi infatti non è un giorno qualsiasi nemmeno per il Centro di formazione di Agricoltura ed Allevamento Sostenibile (CRAS) poiché insieme agli studenti abbiamo raggiunto un traguardo importante: il primo corso triennale con certificazione VETA è stato portato a termine.

Il Mahinya training centre nasce nel 2008 dalla volontà di prevenire la fuga dei giovani dalle campagne della regione di Ruvuma verso le principali città dove però le possibilità lavorative si riducono.

L’agricoltura è uno dei settori portanti per l’economia tanzaniana e la formazione dei ragazzi in questo ambito rappresenta uno dei capisaldi nella lotta alla disoccupazione che affligge il paese.  Inizialmente il centro proponeva dei corsi brevi di tre mesi in cui i ragazzi ricevevano un’infarinatura circa allevamento e agricoltura. [cml_media_alt id='2559']2[/cml_media_alt]

Nel 2013 ci siamo fatti carico di una nuova sfida basata su una formazione più duratura (corsi triennali) a cui si aggiunge il valore della certificazione VETA, in modo tale da garantire maggiori possibilità nell’inserimento al mondo del lavoro.

Il CRAS non è un centro di formazione come tutti gli altri: il suo obbiettivo è più ambizioso.

Lo scopo del centro è di garantirsi piena sostenibilità attraverso le entrate provenienti sia dalle tasse studentesche sia dalle proprie risorse agro-zootecniche.

Nel centro infatti si lavora sodo: i terreni che lo circondano ospitano diverse colture e sono allevati polli, bovini, maiali e capre. Tutto ciò non rappresenta solo una risorsa economica ma anche formativa: infatti permette ai ragazzi di fare una prima esperienza su quello che sarà il loro ambito lavorativo futuro. Quindi oggi non si festeggia solo la fine di un percorso di studi ma anche il raggiungimento/conseguimento di un traguardo importante per il centro che rappresenta l’inizio di un lungo ma promettente percorso.

Sono le otto quando ci alziamo per prepararci alla cerimonia del primo Graduation Day in “Animal Husbandry” del Centro di formazione realizzato grazie al Co.p.e. (Cooperazione paesi emergenti, ong). La messa introduttiva sembra debba iniziare alle nove. Dopo la colazione ci si prepara con l’abito migliore che si ha e ci si dirige verso il CRAS.

Arrivati si notano subito gruppi di persone sparse nei diversi spazi del Centro: all’ombra del dormitorio vicino a un banano alcuni parenti ed amici dei “graduandi” se la raccontano, dietro alla cucina le cuoche accendono i fuochi ed iniziano a preparare il pranzo delle feste per il post cerimonia, le studentesse del primo e del secondo anno aiutano a preparare tutto ciò che serve per il banchetto, in un ufficio nel frattempo una televisione locale intervista e fa riprese per pubblicizzare e sponsorizzare ancor più il Centro attraverso reti televisive e radio nazionali.

Ci dicono che la messa inizierà per le 11 e non ci stupiamo del fatto che ci sia qualche ritardo.

Uno studente mi chiede una fotocopia del discorso che farà durante la consegna degli attestati, ma le nuvole coprono il sole e la fotocopiatrice senza sole si rifiuta di funzionare. “Badaye, atakaporudi jua” (Più tardi, quando tornerà il sole).

Arriva mezzogiorno e la messa non è cominciata ma sembra che inizino a smuoversi le acque.

Da dietro le cucine intanto continua ad alzarsi il fumo bianco della legna bruciata e il suo profumo che si mescola con quello di carne di [cml_media_alt id='2560']3[/cml_media_alt]vitello in umido che accompagnerà il riso pilau, riso speziato che si mangia in occasione delle feste.  Arrivati coloro che faranno parte della commissione inizia a sentirsi un canto venire dal cortile.

Arrivati nel cortile si nota in lontananza una doppia fila di persone coloratissime, tra cui i ragazzi e le ragazze del coro del villaggio. Cantano tenendo il ritmo facendo gli stessi passi che ho visto fare a piedi nudi sulla terra durante la semina del mais, tutto accompagnato dal battito di mani e da una signora in fondo alla fila che scandisce il canto facendo il “kigeregere” (“urlo tribale”). Mano a mano che il cordone di persone avanza per il cortile raccoglie la gente che accodandosi inizia a sua volta a cantare e a seguire il ritmo dei passi.

[cml_media_alt id='2561']4[/cml_media_alt]Sono le 12.00 e inizia la messa. Colori, canti e balli del coro e della platea accompagnano le parole di padre Steven che durante l’omelia s’è raccomandato con i ragazzi di non vedere il certificato come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza per potersi costruire quel futuro che attraverso il loro impegno e l’aiuto di Dio, potranno avere.

Dopo essermi stupito del fatto che la messa sia durata solo due ore e dopo aver appurato di averci capito forse tre frasi di cui una in Italiano, esco da messa e vedo che la gente si dirige verso il vialetto d’entrata del centro circondata da coloratissimi fiori di Buganvillea e bandierine appese per l’occasione.

Parte un altro canto con balletto al seguito da questo nuovo cordone che però ora nelle prime file ha i ragazzi e le ragazze che riceveranno la certificazione.

[cml_media_alt id='2562']5[/cml_media_alt]Si rientra tutti nella stessa sala ma ora al posto dell’altare si trova un lungo tavolo che andrà ad ospitare la commissione. Una volta dentro dicono anche a me e Francesca, l’altra ragazza in servizio civile che si occupa della parte zootecnica del centro, di sederci al tavolo della commissione. Un po’ di imbarazzo da nascondere e alla fine ci troviamo li, con davanti tutta la platea. Di  fronte amici e parenti che sfruttano ogni occasione per incoraggiare gli amici e a destra gli studenti che hanno iniziato questa parte di cerimonia esponendo la tesi. Finito di esporre cominciano i discorsi dei vari rappresentanti: capo villaggio, prete, rappresentante dell’ente certificatore, Antonella in rappresentanza del CO.P.E. e Zakayo in qualità di coordinatore del Centro.

[cml_media_alt id='2563']6[/cml_media_alt]I discorsi hanno avuto come chiave comune i complimenti per aver raggiunto questo grande obiettivo che grazie al CO.P.E. ong, i professori, il villaggio e tutti coloro che hanno contribuito più o meno direttamente alla creazione di questo centro di formazione hanno permesso non solo agli studenti di arrivare a laurearsi e quindi ad avere più possibilità per il futuro, ma anche a sviluppare una microeconomia interna al villaggio stesso. Durante la consegna dell’attestato ogni studente viene raggiunto da parenti e amici che, sulle musiche del dj presente in aula, improvvisano balletti, adornano gli studenti con collane di fiori, consegnando loro regali.

Attorno alle 17 finisce la cerimonia e la fame inizia a farsi sentire. “E’ vero che siamo in Africa”, ma stando dalle 8 e mezza alle 17 senza neanche uno spuntino, lo stomaco inizia a dire la sua.

[cml_media_alt id='2564']7[/cml_media_alt]Dalla porta dell’aula iniziano ad entrare i secchi pieni di abbondante cibo che verranno distribuiti prima alla commissione, poi agli studenti e infine a tutti gli amici, parenti, cuoche e lavoratori. Oltre a questi sono presenti molte persone della comunità locale che sono venute anche solo per partecipare a questo primo grande evento organizzato dal Centro che si trova a Mahinya. Questo villaggio, sperduto nelle rosse terre a una trentina di chilometri da Songea, che stà iniziando a far parlare di sé. Ne sono la conferma le continue chiamate che si ricevono da parte di futuri studenti.

[cml_media_alt id='2565']8[/cml_media_alt]Finito il “pranzo” l’aula diventa una discoteca. In questa fase più rilassata ne approfittiamo per fare due chiacchere con i neo diplomati, e scopriamo sogni e ambizioni diverse… chi tornerà nella propria città e comincerà la propria carriera lavorativa chi invece è deciso a puntare sulla carriera accademica, come Robert che inizierà gli studi per diventare veterinario.                                 Come già detto questo non è che l’inizio, i ragazzi hanno ancora molta strada da fare così come il Mahinya training centre. Il centro deve ancora ottenere la piena certificazione VETA e deve aspirare a una più alta sostenibilità.

La festa continua con tutti i ragazzi e le ragazze del villaggio fino a tarda serata con musiche e balli per festeggiare quel certificato che dopo tre anni di studi, permetterà a questi studenti di aver un futuro migliore rispetto a molti loro coetanei.

Accompagnati dall’atmosfera di entusiasmo che ha caratterizzato la giornata auguriamo a tutti “Safari njema na kazi njema” (buon viaggio e buon lavoro); già, perché questo percorso dopotutto non è che una tappa, sicuramente importante, di un viaggio sia per il centro sia per i ragazzi... e come ogni viaggio che si rispetti ci auguriamo che sia lungo e pieno di soddisfazioni. “Kila heri!” (Vi auguriamo il meglio!)

In breve:

[cml_media_alt id='2566']9[/cml_media_alt]L’8 dicembre al centro di agricoltura ed allevamento sostenibile (CRAS) realizzato negli anni da Co.p.e. ong (Cooperazione paesi emergenti) nel villaggio di Mahinya, si è svolta la prima festa di laurea degli studenti del corso in “Animal husbandry” con consegna dei certificati. Un’intera giornata di festa per un grande obiettivo raggiunto sia da parte degli studenti, che da parte di tutti coloro che hanno contribuito sia direttamente che indirettamente alla realizzazione di questa parte di progetto. Rimangono ancore molte azioni da fare per rendere completamente sostenibile il centro e per lasciarlo completamente nelle mani della comunità locale, ma questo è già un grandissimo risultato. Kazi njema!

 

 

 

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